Nuovo orario FFS: meno treni e più lenti tra Zurigo e Milano! Quali le conseguenze per il Ticino e il polo economico Zurigo-Basilea?

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Il nuovo orario FFS entrato in vigore lo scorso 11 dicembre ha creato diverse perplessità e delusioni presso l’utenza ticinese e le associazioni economiche del cantone. Nonostante le promesse fatte dalle FFS, ancora una volta il nuovo orario non porterà alcun vantaggio per il Ticino poiché prevede collegamenti più lenti (il tempo di percorrenza tra Zurigo e Milano aumenterà di 30 minuti) e meno frequenti (soppressione di taluni treni).

La ragione di questa situazione, apparentemente paradossale, è da ricercare nei problemi tecnici da sempre riscontrati nel treno ETR che non riesce ad affrontare le curve alla velocità teorica e dunque accumula ritardi che poi intralciano anche il traffico locale.

Così le FFS invece di risolvere i problemi tecnici hanno adottato la via più comoda (per loro), ma penalizzante per il Ticino e diminuito la frequenza e la velocità dei treni.

Sul piano più generale della politica dei trasporti ferroviari, si constata la priorità data dalla Confederazione agli allacciamenti con la rete dei treni ad alta velocità in Europa (con importanti investimenti entro il 2020 che superano un miliardo di franchi) per migliorare i collegamenti verso Parigi, Lione, Monaco, Ulm e Stoccarda.

Se il nord e l’ovest Europa sembrano rientrare tra gli obiettivi della politica elvetica, vi è da chiedersi perché il collegamento verso sud, cioè tra la Svizzera (in particolare tra il polo Zurigo-Basilea) e il cantone Ticino e la regione lombarda – forte polo d’interesse economico per il nostro Paese – siano stati dimenticati. http://www.bav.admin.ch/hgv/index.htm

Osserviamo poi come a fronte di un costante aumento delle tariffe FFS, in Ticino la qualità dei treni e delle carrozze peggiora mentre l’offerta di treni si assottiglia. Come dire, oltre al danno pure la beffa!

1. Il Consiglio federale è al corrente di questo nuovo peggioramento del servizio pubblico ferroviario? Non ritiene che sia penalizzante per il cantone Ticino e per il polo economico Zurigo-Basilea?

2. Per quali ragioni altre regioni vengono favorite nel loro allacciamento alla rete ferroviaria europea mentre il collegamento a sud viene tralasciato dalle priorità?

3. È disposto ad indurre le FFS ad adottare le misure correttive necessarie per stabilire un collegamento efficiente e veloce tra il polo economico Zurigo-Basilea e quello lombardo (uno dei poli economici fra i più forti in Europa)?

Risposta del Consiglio federale del 22.02.2012

Il Consiglio federale segue con estrema attenzione lo sviluppo dell’offerta ferroviaria sulle tratte internazionali, segnatamente quella del San Gottardo che riveste grande importanza per il traffico viaggiatori e per quello merci, ed esprime la sua preoccupazione per la ridotta stabilità d’esercizio che si osserva su questa tratta. Dato che le FFS stanno cercando di risolvere tale problematica, il Consiglio federale auspica l’adozione di misure atte a stabilizzare l’esercizio che incidano tuttavia il meno possibile sull’offerta tra il Ticino, la Svizzera tedesca e la Lombardia. Qualora ciò risulti inevitabile, vanno ricercate soluzioni a medio e lungo termine.

In merito alle domande poste, il Consiglio federale prende posizione come segue:

1. I cambiamenti introdotti nell’orario 2012 sul corridoio del San Gottardo sono limitati, sebbene il Consiglio federale si rammarichi che a causarli sia stata la mancanza di materiale rotabile. La competenza di definire l’orario rientra nella libertà imprenditoriale delle imprese di trasporto. A fronte della ridotta disponibilità di materiale rotabile, la stabilizzazione dell’esercizio e la garanzia della qualità (puntualità) nel trasporto internazionale dei viaggiatori rappresentano una notevole sfida. Le FFS, che su questa tratta puntano a garantire la puntualità in modo durevole, hanno già adottato le seguenti misure:

– per l’EC 24 (partenza da Chiasso alle 19.53, arrivo a Zurigo alle 23.29) non è disponibile materiale rotabile ad assetto variabile. Questo treno è stato quindi dotato di materiale convenzionale (locomotiva e vetture viaggiatori) che allunga tuttavia i tempi di percorrenza tra Milano e Zurigo. Tra Lugano e Zurigo è comunque operativo un treno sostitutivo che circola con la frequenza oraria originariamente prevista per l’EC 24;

– gli EC 18 e 19 non sono stati mantenuti nell’orario 2012 a causa della mancanza di veicoli, ma sulla tratta nazionale da e per Chiasso vengono sostituiti dall’ICN.

I tempi di percorrenza del treno serale tra Milano e Zurigo si sono allungati, ma sulle linee nazionali sono state adottate soluzioni alternative. Tra Chiasso e Milano è stato cancellato un collegamento EC in entrambe le direzioni. Secondo le FFS queste misure hanno migliorato sensibilmente la puntualità sull’intero asse del San Gottardo.

2. Nessuna regione viene privilegiata. L’allacciamento alla RAV è stato deciso con il progetto FTP, la cui opera più ampia, la galleria di base del San Gottardo, riducendo notevolmente i tempi di viaggio verso nord gioverà in particolare al cantone Ticino. Vanno inoltre menzionati anche la galleria di base del Ceneri, che entrerà in funzione probabilmente nel 2019 e consentirà la circolazione di treni diretti tra Locarno e Lugano, e il progetto Ferrovia Mendrisio-Varese, che assicurerà tra l’altro i collegamenti con l’aeroporto di Malpensa. L’ampliamento degli allacciamenti ferroviari a sud, in linea con l’evoluzione della domanda di trasporto, è garantito da trattati internazionali.

3. Le attuali modifiche all’offerta sono state adottate per favorirne una maggiore stabilità. Le FFS collaborano intensamente con Trenitalia alla necessaria ridefinizione dell’orario sull’asse del San Gottardo. Sia in Svizzera sia in Italia le modifiche a livello di pianificazione nel traffico internazionale sono tuttavia connesse a vari conflitti di attribuzione delle tracce (fra traffico viaggiatori e traffico merci), che non sono risolvibili a breve termine.

Milano-Centrale è servita la mattina presto da due treni diretti in partenza da Bellinzona e ogni giorno da sette collegamenti EC da Basilea/Zurigo. Nei giorni feriali circolano da Chiasso a Milano Garibaldi 24 treni a cadenza oraria, che sono tuttavia sensibilmente più lenti degli EC. Il cantone Ticino sta intensificando gli sforzi per migliorare i collegamenti con Milano, anche in vista dell’Expo 2015 che si terrà nel capoluogo lombardo.

Su incarico del Consiglio federale, l’Ufficio federale dei trasporti coadiuva le FFS nei lavori di pianificazione previsti per il periodo antecedente e successivo all’entrata in funzione della NFTA. Il Consiglio federale sottolinea in particolare l’importanza di garantire la stabilità dell’esercizio dopo l’apertura della NFTA e di raggiungere il più possibile gli obiettivi della NFTA sia nel traffico viaggiatori che in quello merci.

Terminali sulla Piana del Vedeggio? No grazie!

Settimana scorsa il Consiglio nazionale ha approvato, allineandosi agli Stati, il messaggio sul corridoio 4 metri, grazie al quale verranno investiti 990 mio. di franchi lungo gli assi ferroviari del Gottardo e del Sempione (di cui 280 mio. in Italia), per adattare a un’altezza di 4 metri appunto, i profili dei tunnel (ma anche altre infrastrutture) e consentire il transito dei semi-rimorchi e container. Si tratta, a non averne dubbio, di una decisione importante per la politica dei trasporti svizzera, che avrà ripercussioni positive anche per il nostro Cantone. La realizzazione di un corridoio di 4 metri rappresenta infatti un tassello fondamentale nell’ottica di trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia (grazie a questo investimento si stima che ca. 160’000 veicoli pesanti potranno essere caricati sui treni), fortemente voluto dal popolo svizzero. Accanto a questi interventi di allargamento delle gallerie, se vogliamo almeno in parte sfruttare l’enorme potenziale delle traversali alpine, ed evitare che Alptransit – costato alla Svizzera oltre 20 miliardi di franchi – rimanga una sorta di cattedrale nel deserto, dobbiamo anche creare le premesse affinché venga completato lo sbocco in Italia e in particolare verso i terminali di trasbordo di Busto-Arsizio, Gallarate e quelli nei dintorni di Milano. Pur avendo qualche dubbio sulla reale volontà dell’Italia di realizzare queste infrastrutture, soprattutto lungo la linea Ranzo-Luino, dove per altro non mancano le opposizioni da parte delle autorità locali, va ribadito come il Ticino abbia tutto l’interesse a sostenere il prefinanziamento dei terminali in Italia. Questa soluzione non è tra l’altro nuova poiché già nel passato abbiamo collaborato con i nostri vicini a sud, prefinanziando opere di grande interesse per il nostro Paese. Agirono nello stesso modo anche gli italiani e i tedeschi quando nell’Ottocento sostennero e finanziarono la galleria ferroviaria del San Gottardo.

E’ infatti evidente che se il corridoio di 4 metri dovesse fermarsi al confine, l’ipotesi di vedere realizzati dei terminali di carico di TIR sul nostro territorio diventerebbe molto concreta. Questa soluzione, non solo violerebbe il principio costituzionale secondo cui il trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia deve avvenire da frontiera a frontiera, ma sarebbe deleteria per il nostro Cantone, e questo per diversi motivi. Immaginiamoci cosa significherebbe realizzare un terminale di trasbordo ad esempio sulla piana del Vedeggio per il carico di container e semirimorchi che proseguiranno sulla linea di Alptransit in direzione del Gottardo! Proprio per evitare questa eventualità, nel corso del dibattito parlamentare ho presentato un emendamento che chiedeva di escludere l’adattamento a 4 metri delle sagome delle gallerie lungo la vecchia linea del Ceneri, per scongiurare il collegamento con un eventuale terminale sul Vedeggio. La risposta della Consigliera federale Leuthard è stata rassicurante: ha ammesso che lo scenario di un terminale in Ticino è una soluzione difficilmente praticabile, una ultima ratio, e per questo terrà in conto le preoccupazioni formulate dal Cantone Ticino e dalle autorità locali in questi ultimi mesi. A fronte di queste sue dichiarazioni ho pertanto deciso di ritirare l’emendamento. Per il momento possiamo dunque lasciare da parte i “forconi del nonno” invocati da Savoia, ma sarà tuttavia importate rimanere molto vigili e seguire con attenzione e fermezza gli sviluppi attorno a questo progetto, soprattutto per quanto attiene alle trattative in corso con l’Italia.