Interpellanza – Swisscom e uso di dati personali a scopo di marketing: tutto in regola?

Testo:

Chiedo al CF: 1. Condivide l’iniziativa di Swisscom, al 51% detenuta dalla Confederazione, che avvisa i propri utenti che in futuro, citiamo, “utilizzerà i dati che per realizzare profili della clientela con lo scopo di proporle offerte su misura”? 2. Condivide il principio che per una decisione così importante per la tutela dei nostri dati personali, possa valere la regola “il silenzio vale come assenso”? 3. Non ritiene che con questa mossa Swisscom approfitti della sua posizione di estremo vantaggio sul mercato grazie ad ADMEIRA, società che vede la partecipazione anche di SSR e Ringier e che ha come scopo la raccolta pubblicitaria? 4. Questo modo di procedere da parte di Swisscom è in regola con il quadro legislativo riguardo la protezione dei dati? 5. Se del caso, intende intervenire presso Swisscom per fermare questo tentativo di prelievo gratuito di dati personali a fini di un proprio business pubblicitario molto lucrativo?

Motivazione:

Gli abbonati Swisscom hanno ricevuto nelle scorse settimane una lettera con la quale essa avvisa i propri utenti che in futuro utilizzerà i dati anche per realizzare profili della clientela con lo scopo di proporle offerte su misura. Si rimanda alla lettura della “Dichiarazione generale di protezione dei dati per clienti privati” – un testo di due pagine scritte in carattere microscopico – e al profilo personale sul sito internet di Swisscom, dal quale, previa sua creazione e relativ login, bisogna accedere a due pagine successive e negare l’autorizzazione all’uso dei dati per ragioni commerciali. L’altra modalità è chiamare Swisscom e superare una cascata di segreterie telefoniche per arrivare all’operatore giusto. Se non si risponde negativamente (via internet o per telefono) entro la fine di marzo il contratto si intende accettato e il business dei dati può partire. Al di là della forma, che – oltre ad aver suscitato parecchi malumori (i mal pensanti potrebbero interpretarla come una strategia consapevolmente orchestrata per scoraggiare gli utenti) – nel concreto, in caso di mancata risposta Swisscom può utilizzare i dati personali di milioni di abbonati a scopi commerciali. E ciò a qualche mese dalla creazione di ADMEIRA, che dice essere la maggiore società di commercializzazione pubblicitaria della Svizzera con un portafoglio multimediale di opportunità pubblicitarie, di cui Swisscom è – non a caso – pure azionista.

Mozione – Veicoli autonomi: occorre definire al più presto il quadro legislativo!

Testo

Il Consiglio federale è incaricato di definire al più presto il quadro legislativo, elaborando le necessarie modifiche alle diverse leggi applicabili (LCS-RS 741.01, LCA-221.229.1, ecc.) per definire in particolare gli aspetti tecnici e giuridici che regolano l’uso di veicoli autonomi in Svizzera

Motivazione

Il futuro della mobilità sembra oramai segnato e si chiama veicoli autonomi. In sostanza si tratta di veicoli che, grazie a diverse funzioni tecniche (come radar, lidar, GPS, visione artificiale, ecc.), sono in grado di soddisfare le principali esigenze di trasporto senza l’ausilio dell’intervento umano. L’evoluzione in questo nuovo settore è incessante e tutte le maggiori case automobilistiche, ma anche alcuni colossi della Silicon Valley (Google in primis, ma anche altri) stanno investendo moltissimo nello sviluppo di questa tecnologia. Di pari passo si stanno moltiplicando le prove per testare questo tipo di veicoli, anche nel traffico stradale, non senza ovviamente qualche problema (v. ad es. https://www.nzz.ch/schweiz/selbstfahrender-minibus-postauto-unterbricht-test-nach-unfall-ld.118212). Nessuno è in grado di prevedere quale sarà l’evoluzione dei veicoli autonomi e quando la tecnologia potrà essere ritenuta affidabile sotto tutti i punti di vista. In ogni caso la tendenza appare irreversibile per cui è opportuno confrontarsi tempestivamente con tutta una serie di problemi che questa nuova frontiera della tecnologia pone. E’ infatti evidente che siamo di fronte a un cambio di paradigma che rimette in discussione le regole che sono attualmente in vigore. Ciò ci impone conseguentemente di adattare il quadro legislativo in modo da regolamentare alcune questioni fondamentali e delicate, come ad esempio (l’elenco non è esaustivo): i requisiti tecnici di questi veicoli, le norme di sicurezza (che dovranno essere molto elevate visto il carattere innovativo dei veicoli), la riconoscibilità degli stessi per gli utenti della strada, il tema della privacy e non da ultimo le questioni giuridiche legate alle responsabilità in caso di incidente, anche nell’ottica assicurativa.

Dietro un grande politico c’è sempre…

Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna, recita un adagio. Potrebbe valere, per analogia, anche per i politici: dietro un leader c’è sempre un grande staff, fatto di consiglieri e collaboratori. La lungimiranza e la capacità di un politico si misura anche nella scelta dei collaboratori più stretti, proprio per i benefici che possono portare in termini di propositività politica e culturale, ma anche organizzativa, dando corpo alle “visioni” politiche del leader o del partito.  Ad esempio cosa sarebbe stato Ronald Reagan, senza i giovani economisti della scuola di Chicago guidata da Milton Friedman, i veri ispiratori della reaganomics? O George Bush senior senza Condoleeza Rice la quale, giovanissima, proprio in virtù dei suoi studi sulla Russia, è stata chiamata come consigliera del presidente, poi Consigliere per la sicurezza nazionale e Segretario di Stato? O anche Aldo Moro, senza le idee di Beniamino Andreatta e Silvio Berlusconi senza la capacità di mediazione e dialogo di Gianni Letta? O Barack Obama senza la consigliera politica Valerie Jarrett?

Lo staff gioca un ruolo centrale nell’attuare il programma di un rappresentante eletto, nello studio di dossier, nel fissare l’agenda, nel gestire i media, anche attraverso la non facile negoziazione di accordi tra i diversi attori, e nel fare da filtro alle sollecitazione esterne, soprattutto in un mondo iper mediatizzato come il nostro. Il ruolo di questi collaboratori è importante, perché spesso sono i garanti di una linea politica ma anche la memoria del leader e del partito stessi. Costituiscono il raccordo tra l’esterno e il leader, quando il politico non ha il tempo o la possibilità di essere informato su tutte le questioni che lo competono. Un po’ come lo era la Guardia pretoriana dell’imperatore nell’epoca romana. Oggi sono spesso donne e uomini nell’ombra, che lavorano ancora con tenacia e passione quando noi politici ci attardiamo all’ultimo impegno istituzionale della giornata, e di cui spesso occorre anche misurare il valore per la loro capacità di fungere da parafulmine, magari a nostra insaputa. A loro noi dobbiamo riconoscenza e rispetto, affinché possiamo meritare la loro lealtà, fiducia ed impegno ad oltranza. Il che non significa che debbano essere degli yes-woman o yes-man. Anzi, spesso queste persone, appunto perché non sono nominate da un’amministrazione, hanno una sensibilità e una capacità di giudizio più libera, che aiuta noi politici a decifrare logiche non sempre cristalline e che magari i nostri colleghi per tornaconto ci celano.

Faccio pertanto fatica a capire quei politici che rinunciano allo staff o inseriscono collaboratori che non sono in grado di fornire alcun contributo propositivo: a mio avviso ciò limita la nostra capacità di azione politica con ricadute negative, nel medio termine, per la nostra immagine di leader e – di riflesso – per quella del partito che rappresentiamo.

Perdiamo così la grande opportunità per circondarci di persone valide sui cui contare, nei momenti belli della carriera politica dove spesso loro raccolgono solo il riflesso del nostro successo, ma anche e soprattutto in quelli brutti, quando molti, compresi amici o presunti tali, si sono dileguati lasciandoci soli. In quei casi è bello sapere che c’è qualcuno su cui puoi contare.

 

 

Fabio Regazzi, consigliere nazionale

Domanda – TIR stranieri con emissioni inquinanti taroccate

Testo

Secondo una ricerca giornalistica (ZDF, SRF e RSI), il 20 per cento dei TIR stranieri inquinano più del dovuto ricorrendo ad una sostanza che simula la presenza dell’additivo Adblue anche quando è finito.

Chiedo al Consiglio federale:

1. Cosa hanno rilevato le verifiche sugli ossidi di azoto presso il Centro di controllo di Erstfeld?

2. Non ritiene di dover potenziare il Centro di Chiasso per svolgere più controlli alla frontiera?

3. A quanto ammonta il danno economico (tasse agevolate a TIR che però inquinano di più?

Domanda – PMI poco tutelate dalla criminalità informatica. Che fare?

Testo

La Centrale di allarme svizzera (Melani) vigila ed emana direttive contro la cyber criminalità. Uno studio pubblicato in dicembre (www.kmu.admin.ch) rivela che attualmente solo il 2,5 per cento delle PMI posseggono una protezione adeguata.

Considerato che gli hacker attaccano con maggior frequenza le PMI, e che già si stima un danno finanziario plurimilionario, chiedo al Consiglio federale:

1. Come valuta questa situazione?

2. Cosa intende fare per aumentare la tutela delle PMI svizzere dalla criminalità informatica?