Il raddoppio del Gottardo è un’opportunità 

Al di là di alcune meritevoli seppur sporadiche iniziative, come la cartiera di Tenero, alcune filande dedite alla lavorazione della seta, poche fabbriche di orologi e alcune industrie del granito, fu solo quando venne inaugurato nel 1882 il primo traforo ferroviario attraverso il San Gottardo e quindi furono abbattuti in un istante gli elevati costi di trasporto verso la Svizzera interna, che la struttura economica ticinese riuscì col tempo a svilupparsi e a sostenere non solo se stessa, ma anche la società e la popolazione del nostro Cantone. Terminato il lungo isolamento, grazie all’allacciamento diretto, regolare e continuo con il Nord, s’instaurarono infatti quasi immediatamente importanti relazioni commerciali con il resto della Svizzera che permisero la creazione di nuove e importanti attività industriali. Se ho voluto fare un salto all’indietro di tali proporzioni, tornando addirittura al 1800, è perché sono convinto che senza il mantenimento di un collegamento sicuro, veloce e al passo con i tempi (economici) verso il resto della Svizzera, come quello scaturito per fortuna dall’esito del voto dello scorso 28 febbraio sul risanamento della galleria autostradale del San Gottardo, l’attuale economia ticinese tornerebbe tranquillamente indietro dicento anni, ripiombando al buio e alle difficoltà del 1800, quando il nostro Cantone era conosciuto solo per essere una terra di emigrazione e si potevano osservare soltanto sporadici e discontinui sintomi di sviluppo, circoscritti a limitati settori.

Assi di collegamento necessari per il territorio
Oggi come ieri, se si vuole permettere alle imprese ticinesi di continuare la loro attività e di espandersi, contribuendo al benessere e alla ricchezza del nostro Cantone, si devono garantire una complementarietà di assi di collegamento e trasporto che consideri la rete ferroviaria, ma anche la strada che oggi è ancora il principale vettore di trasporto per i viaggiatori e le merci e quindi rappresenta la chiave di volta dei trasporti in Svizzera. Le imprese industriali ticinesi esportano oltre l’80 per cento della produzione e hanno pure molti clienti nella Svizzera interna. Gli incidenti ferroviari che purtroppo accadono con regolarità e i danni causati dalla natura dimostrano che il solo collegamento ferroviario fra il nord e il sud delle Alpi non è affidabile. Se vogliamo raggiungere i nostri clienti, gli aeroporti per spostare le merci all’estero e i porti marittimi del nord e del sud dobbiamo poter contare su un collegamento stradale sicuro e garantito. Sono in gioco molti posti di lavoro e le aziende competono duramente contro una congiuntura non favorevole. Un San Gottardo a due gallerie senza aumento della capacità di traffico e rispettoso della protezione delle Alpi aiuterà senz’altro l’economia ticinese a crescere.

Fabio Regazzi, Presidente Aiti e Consigliere nazionale

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