Con l’apertura di Alptransit inizia il futuro
Il 1. giugno 2016, 17 anni dopo la prima esplosione nel cunicolo principale, la galleria ferroviaria più lunga del mondo sarà inaugurata ufficialmente. La Svizzera ha un buon motivo per festeggiare e lo farà invitando ospiti d’onore elvetici e internazionali all’evento di inaugurazione così come l’intera popolazione a un’indimenticabile festa per gravare negli annali l’opera del secolo.
Ferrovia e sviluppo economico
Per il Ticino, le opere di grande ingegneria ferroviaria hanno sempre segnato una svolta storica. Per l’economia ticinese, confrontata con molti problemi, hanno rappresentato un’opportunità straordinaria, lo sbocco verso Nord a lungo agognato. Si pensi all’industria del granito, che poteva fornire la pietra agli agglomerati del Mittelland in pieno sviluppo. Ma si pensi anche al turismo, all’“industria dei forestieri”, come si diceva allora. Dalle carrozze della Gotthardbahn scendevano frotte di confederati, di tedeschi e di inglesi sedotti da questa incatevole regione che era ed è il Ticino. Si parlò allora di un Ticino delle belle speranze. Quindi, dal lato economico, un significato evidente, e senz’altro benefico.
Ferrovia e coesione nazionale
Ma la ferrovia ebbe anche un impatto politico e simbolico. Politico: l’integrazione del cantone nella Confederazione come membro a pieno titolo; simbolico perché col treno arrivavano la modernità, la tecnologia, la scienza. Credo che si possa affermare che il treno mise definitivamente fine all’ “Ancien Régime” al sud delle Alpi.
L’apertura di AlpTransit segna dunque un altro passo epocale. Con i suoi 57 chilometri di lunghezza, l’arteria principale del nuovo collegamento ferroviario nord-sud attraverso le Alpi è anche l’immagine di una nuova politica dei trasporti sostenibile. I treni passeggeri sfrecceranno a una velocità fino 250 km orari attraverso questa galleria più lunga del mondo, accorciando distanze e aumentando il trasporto delle merci.
Unico neo, con l’apertura di AlpTransit il futuro della vecchia tratta di montagna appare incerto. Per la manutenzione di questa tratta alpina occorreranno una cinquantina di milioni franchi all’anno e il rischio di diventare un binario morto non è peregrina. Ma di questo dovrà ovviamente occuparsi la politica.
In La Politique 6/2016
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