Interpellanza – Infiltrazioni mafiose, cancrena degli appalti pubblici?

Testo:

Dal 2010, sono 13 le inchieste sulle organizzazioni mafiose che hanno coinvolto la Confederazione. In tutto sono state arrestate 39 persone, in vario modo, legate al nostro paese. Nel mirino soprattutto il Ticino, ma anche GR, TG, ZH e VS. Le magistrature ticinesi e anche italiane hanno più volte messo in guardia le autorità contro queste infiltrazioni, in particolare nell’ambito degli appalti pubblici. Chiedo al CF: 1. Ha informato dettagliatamente uffici e servizi federali sul fenomeno e se sì in quali termini? 2. Ritiene di avere a disposizione sufficienti informazioni e mezzi per poter far fronte a una simile minaccia? 3. Come valuta l’infiltrazione mafiosa nel cantiere Alptransit, emersa durante il processo istituito contro tre responsabili del progetto, ritenuti responsabili della morte di un operaio? 4. Alla luce di questi fatti non ritiene il CF che vi sia il rischio di infiltrazioni mafiose in altri appalti pubblici gestiti dalla Confederazione

Motivazione:

Dalle dichiarazioni del Procuratore generale ticinese John Noseda (Corriere del Ticino, 25.7.2016), la mafia italiana si sta infiltrando nell’economia ticinese e anche svizzera. Nell’intervista, il magistrato descriveva situazioni di sfruttamento di manodopera, trattenute sui salari, fallimenti pilotati, ecc. In un’altra intervista (ilfattoquotidiano.it, 9.6.2016), il presidente delle Polizie comunali, Dimitri Bossalini, ha dichiarato: “Sono molto preoccupato per l’infiltrazione della criminalità organizzata in Ticino, sta erodendo letteralmente il tessuto economico. Se non facciamo qualcosa si compreranno tutto”. Sono parole insolitamente forti cui si aggiungono quelle del sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Antonio de Bernardo, che ha coordinato diverse inchieste sulle ramificazioni della ‘ndrangheta in Svizzera, in un conferenza a Lugano (18.5.2016): “Dovete fare soprattutto attenzione agli appalti pubblici, settore che sta in cima al programma di investimenti dell’organizzazione mafiosa. Lì si possono fare guadagni enormi. Mettendo le mani sui soldi statali si possono controllare anche aziende e lavoro. Uno strumento di potere fondamentale”. Affermazioni gravi e inquietanti che non sono mai state smentite e anzi più volte ripetute dai magistrati. Ignorare questo fenomeno sarebbe sbagliato e pericoloso.

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