Interpellanza – Infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici: quali misure concrete per contrastare il fenomeno?
Chiedo al Consiglio federale:
1. Quanti, e per quali importi, sono gli appalti pubblici vinti dal gruppo Cossi-Condotte e la controllata LGV?
2. È al corrente delle loro vicende giudiziarie?
3. È ammissibile che ad aziende i cui vertici sono indagati o a processo all’estero per mafia vengano attribuiti appalti pubblici?
4. Non ritiene di inserire nella LF sugli acquisti pubblici una norma di esclusione o revoca d’aggiudicazione per dirigenti di ditte sospettate di infiltrazioni mafiose?
Motivazione
Condotte è una multinazionale italiana attiva nel settore delle infrastrutture di trasporto e ferroviarie. Nel 2008 essa ha acquisito il 75 per cento di Cossi costituendo il Consorzio Cossi-Condotte. Nel 2010 lo stesso ha acquisito la LGV SA, con sede a Bellinzona ed ha quindi di fatto messo piede anche in Svizzera dove vince diversi appalti: nel 2009 lo scavo della Galleria di base del Ceneri, 1 miliardo e 71 milioni di franchi svizzeri; nel 2015 quello del tunnel dell’Albula II, 255 milioni di franchi svizzeri; nel 2017 l’appalto per armasuisse sul Ceneri, 10 millioni ca. Nel 2008, in piena gara di appalto Alptransit, a Condotte viene ritirato in Italia il certificato antimafia e qualche anno dopo in Calabria 5 manager della Condotte sono arrestati con l’accusa di associazione mafiosa per la caduta di un tunnel stradale in fase di esecuzione sulla Salerno-Reggio Calabria: all’origine un patto con la mafia calabrese. Condotte è pure citata in un altro scandalo di grandi opere a Venezia, ed è tuttora sotto processo. Il presidente del Consorzio risulta poi indagato per turbativa d’asta nell’ambito di un appalto da 68 milioni di Euro che secondo l’accusa fu truccato per favorire la società. Questo elenco parziale degli scandali riconducibili a Cossi-Condotte ripropone il grave tema delle infiltrazioni mafiose. In Svizzera a fare la differenza, negli appalti pubblici o privati, è spesso il prezzo: chi entra con tariffe fuori mercato grazie al risparmio sulla manodopera, sul materiale (ossia usandolo più scadente a minor costo per essere rifatturato anche 10 volte tanto), con giri di subappalti che nessuno o quasi controlla, aprendo così le porte alle infiltrazioni mafiose. Una situazione che danneggia le ditte sane, rispettose delle norme, che vengono estromesse dalle gare di appalto a favore di quelle legate al crimine organizzato, con l’aggravante che gallerie, strade, ecc. costruiti con materiale scadente potrebbero diventare un pericolo per tutti.
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