La festa nazionale del Primo di Agosto è ancora attuale, oppure necessita di cambiamenti dovuti ai tempi?
Costa dell’Albera, 20 luglio 2019
Stimato Giancarlo Maretti, infaticabile organizzatore dell’evento
Stimati oratori,
Autorità religiosa
Care e cari concittadini,
è per me sempre un grande piacere esprimermi da questo suggestivo balcone che dà sulla valle Morobbia. Desidero pertanto ringraziare Giancarlo Maretti per l’invito, il suo entusiasmo e la sua perfetta organizzazione dell’evento.
Da quando sono diventato Consigliere nazionale i festeggiamenti del Primo di Agosto sono un’occasione privilegiata per riflettere sui valori fondanti del nostro Paese in un’ottica contemporanea.
Chiedersi se la festa nazionale è ancora attuale, oppure necessita di cambiamenti dovuti ai tempi, è un pò come rimettere in discussione tutta una serie di simboli svizzeri: ad esempio se il cioccolato dev’essere fabbricato ancora con il cacao, oppure adeguarlo alle nuove tendenze della moda gastronomica; se l’orologio a cucù deve sostituire il simpatico pennuto con un orpello per non urtare le sensibilità degli ambienti animalisti; se Heidi non andrebbe ricollocata a New York, località certamente più trendy e modaiola per una giovane influencer nazionale della sconosciuta Maienfeld, e se anziché i gerani sui nostri chalet non si dovrebbe annaffiare i bonsai, nel nome della oramai globalizzazione anche degli arbusti.
Cambiamenti in alcuni di questi simboli peraltro già in atto, penso al cioccolato senza zucchero, senza grassi o vegano che personalmente mi intristisce.
Comincierei con il dire che ogni Stato moderno, le cui frontiere non siano state disegnate a tavolino da altre nazioni, come è capitato per alcuni Stati dell’Africa, ha una sua festa nazionale:
- gli Stati Uniti festeggiano il 4 luglio, il giorno dell’Indipendenza che commemora l’adozione della Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’Americail 4 luglio 1776, con la quale le Tredici colonie si distaccarono dal Regno di Gran Bretagna.
- La festa nazionale francese del 14 luglio è stata istituita dal 1880 per commemorare un’altra festa, quella della Federazionedel 1790, giorno dell’unità nazionale.
- La festa nazionale della Repubblica Italianaricorre il 25 aprile ed è simbolo della lotta di resistenza militare e politica attuata dalle forze armate alleate ed anche dalle forze partigiane.
A differenza di questi atti fondanti quello svizzero è però il frutto di una costruzione simbolica posteriore. La data del 1291 corrisponde invero alla stipula di diversi Patti federali, poi dimenticati sino al XVIII secolo. A favore della riscoperta del 1291 contribuì la tendenza di quel periodo a preferire quale momento della nascita della Confederazione una fondazione sancita da un atto giuridico piuttosto che una congiura rivoluzionaria. La celebrazione annuale venne introdotta solo nel 1899, quando il Consiglio federale invitò i cantoni a far suonare le campane la sera del Primo agosto, non da ultimo su insistenza degli Svizzeri all’estero, che volevano avere il loro Quattordici Luglio. Ulteriori elementi fondamentali della nostra festa nazionale divennero i falò e i discorsi ufficiali, cui si aggiunsero i lampioncini e in misura sempre maggiore i fuochi d’artificio. Prima era un giorno feriale come tanti e solo dal 1993, e a seguito dell’immancabile votazione popolare, l’83,8% dei votanti, ha decretato l’introduzione della festività del Primo agosto in tutta la Svizzera.
Tornando alla domanda posta dal nostro moderatore: la festa nazionale del Primo di Agosto è ancora attuale, oppure necessita di cambiamenti dovuti ai tempi?
Il dilemma non è da poco. Si ha tra le mani – con la festa del Primo di Agosto – quello che forse è il prodotto più riconoscibile per gli oltre 6 milioni di residenti in Svizzera, che non ha bisogno di promozioni, pubblicità o testimonial pagati, di cui si vendono migliaia di pezzi (penso ai fuochi d’artificio) e per i quali non serve altro per mantenere certi livelli, basta non variare registro. Un prodotto o brand del genere è il sogno di qualunque ufficio marketing.
Poi arriva la politica e qualche buontempone, come noi oggi, e le cose si complicano: ci si chiede se non ammodernare i miti, i simboli nazionali, rivisitarli in chiave contemporanea, rivederne le origini, attibuire altri valori, responsabilità… Eppoi cosa rimane?
Nella migliore delle ipotesi, si introduce qualche accorgimento tecnico: inviamo i nostri auguri per sms, via social, prepariamo dei video con croci svizzere ad effetto, rinnoviamo il nostro parco gadget, aggiungiamo qualche elemento etnico tanto per rafforzare la vocazione internazionale del nostro Paese
Nelle peggiori, togliamo la croce dalla bandiera, aggiungiamo ritmo al Salmo svizzero, ne stravolgiamo le parole perché creativo le ritiene non abbastanza moderne.
In realtà quando l’Inno nazionale così come la Festa del Primo di agosto hanno un significato simbolico. Ma non solo: Il Salmo rappresenta il nostro Paese a tutti gli effetti, come il nome “Svizzera”, come la bandiera a croce bianca su sfondo rosso, come la Festa del primo di Agosto. Le categoria bello, brutto, moderno e vecchio non si applicano ai simboli. I simboli servono per richiamare alla mente dei concetti, un passato storico comune, dei valori condivisi, e non per appagare il gusto di qualche illuminato mosso da criteri estetici pur sempre soggettivi e individuali. Non si suona il Salmo Svizzero per ascoltare della buona musica, ma per far presente a chi ci ascolta che qualcuno sta rappresentando la nostra Patria, il suo popolo, le sue istituzioni. Così come non si festeggia il Primo di Agosto come se fosse il Rabadan, peraltro altro simbolo a modo suo.
Ogni tanto alcune nazioni cambiano la bandiera e così persino il nome, e magari anche la Festa nazionale. Per esempio l’Italia, quando è diventata una Repubblica, ha tolto lo stemma sabaudo dalla bandiera e ha modificato la propria denominazione ufficiale da “Regno d’Italia” a “Repubblica Italiana” nel 1946. Sempre nel secondo dopoguerra ha pure fissato il 25 aprile la festa nazionale della Repubblica Italiana, simbolo della lotta di resistenza militare e politica attuata dalle forze armate alleate ed anche dalle forze partigiane durante la seconda guerra mondiale contro il governo fascista e l’occupazione nazista.
Quindi, ancora una volta, questi cambiamenti di denominazione, date e festività si fanno per motivi estetici o per rimanere al passo con i tempi. Si fanno per rispecchiare radicali cambiamenti nella struttura stessa della nazione.
Così come sono contrario all’idea di dare nuovo slancio all’inno del 1841, perché melodia e testo del cantico svizzero, costituiscono un’unica entità che conserva ancor oggi intatta la propria identità, non capisco le ragioni di doveri rivedere il Primo di Agosto.
Attraverso la festa nazionale, fondata su una serie di ricostruzioni a posteriori come nel caso dei Patti federali, si possono ricostruire l’identità e la memoria pubblica di una nazione e le sue trasformazioni nel corso del tempo. Nella celebrazione la Svizzera racconta se stessa, e plasma il suo carattere identitario. È significativo come la Festa del Primo di agosto abbia comunque uno stretto rapporto con il clima politico-culturale che percorre la nostra società nel succedersi delle sue differenti congiunture storiche e nel cumularsi e susseguirsi delle generazioni.
Rivedere quindi il “nostro” Primo di Agosto, dovrebbe essere il frutto di una trasformazione culturale e sociale che contribuisce a modificare la nostra memoria collettiva e i nostri assunti identitari, che non può essere decisa a tavolino.
A noi politici il compito semmai di mostrare nei fatti e nelle parole di circostanza espresse in occasione del Primo di Agosto, quanto il lavoro sul terreno di un patriottismo fondato sui valori elvetici della capacità del compromesso, del rispetto della minoranze, dell’indipendenza negoziata rispetto all’esterno siano importanti per la vita collettiva e per la qualità di una democrazia, e quanto possano contribuirvi la memoria pubblica, i simboli e i riti della politica, se presi sul serio.
Quindi, care amiche e cari amici il Primo di agosto non ha perso smalto anche in un contesto mutato negli anni. Anzi, è appunto in un’epoca di cambiamenti che dobbiamo mantenere lo spirito e il corpo delle nostre tradizioni. Per questo dobbiamo mantenere in nostro inno e la nostra Festa nazionale. Le tradizioni di oggi sono state innovazioni di ieri: inventiamo semmai tradizioni future ma continuiamo a onorare quelle del passato.
Eccovi cari amici la mia risposta. Adesso potete dare la vostra.
Fabio Regazzi,
Consigliere nazionale
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