Siate determinati e ambiziosi
Intervento del Consigliere nazionale Fabio Regazzi in occasione della consegna degli attestati federali di capacità e di partecipazione al progetto Integrazione rifugiati Login (formazione professionale nell’ambito dei trasporti pubblici)
– Fa stato il discorso orale –
Signore e signori
Care famiglie degli apprendisti
Care e cari quasi ex-apprendisti
Ringrazio in particolare la signora Sara Rossini per il privilegio e l’onore personale di questo invito a rivolgervi un breve saluto in occasione della consegna dei vostri attestati.
Quando nel 1992 terminai la mia formazione, non ero consapevole di quella che sarebbe stata la mia carriera professionale. A quei tempi, la formazione dei giovani avveniva in modo piuttosto intuitivo rispondendo perlopiù alle aspirazioni dei genitori. Vero anche che il mercato del lavoro dell’epoca era più semplice, meno competitivo e l’offerta formativa molto più limitata dell’odierna. Nipote di un nonno proprietario di una forgia, poi trasformata da mio padre nel secondo dopoguerra in una moderna azienda di roll-laden, sembravo predestinato sin dall’infanzia come suo successore e ciò a prescindere dalle mie personali aspirazioni. Mio padre Efrem aveva come voi intrapreso la formazione di apprendista nel 1944. Aveva poi costruito un’azienda florida aiutato anche dal boom economico degli anni ’50-’60 del secolo scorso. Per me aveva dunque tracciato una carriera professionale analoga alla sua. Eventualmente nella peggiore delle ipotesi potevo diventare contabile o amministratore, nella migliore economista aziendale. Mai delusione più grande fu per lui sapere che aspiravo a quella di avvocato.
Dopo una memorabile disputa in famiglia, mi iscrissi a Zurigo senza il suo benestare. Dall’alto, si fa per dire, dei miei 18 anni, non mi vedevo dietro a una scrivania a scartabellare conti e organigrammi. Scarso di manualità e di competenze tecniche, mi erano invece sempre piaciute le discussioni anche sanguinee nelle aule, soprattutto delle classi del collegio Papio, ciò che aveva per anni condizionato fortemente le mie note di condotta compresse sempre tra il 4 e il diplomatico 4,5.
Dieci anni dopo aver concluso la formazione di avvocato e notaio, fui tuttavia risucchiato dalla realtà imprenditoriale della ditta di famiglia e non senza rimpianti per la zona confort legata all’attività dello studio legale e notariale che lasciavo, accettai di riprenderne la direzione, oramai lanciata nella produzione di serramenti, facciate, protezione solare, porte garage, bucalettere e anche nel settore della verniciatura che oggi compongono a tutti gli effetti il Gruppo Regazzi.
Da allora si è aperto un nuovo capitolo della mia esistenza, e mai avrei pensato che questa nuova sfida professionale mi avrebbe cambiato la vita.
La ditta che dirigo comprende oggi 133 collaboratori tra cui 15 apprendisti: montatori di avvolgibili, disegnatori di metalcostruzioni, di logistica, commercio, metalcostruttori, montatore di facciate. Tra loro vi sono pure due giovani rifugiati, di cui uno aveva iniziato da noi con il primo programma di preapprendistato integrazione del settore industriale del Cantone.
Siamo quindi a pieno titolo un’azienda formatrice e ne siamo fieri. Crediamo fortemente nella formazione dei giovani non solo per un senso di responsabilità sociale nei confronti del nostro territorio, ma soprattutto perché lo consideriamo un investimento per la nostra economia. Se ci preoccupiamo di investire nella formazione dei nostri giovani oggi e di offrire loro interessanti possibilità di formazione continua è perché vogliamo avere sufficienti specialisti per il domani. I giovani apportano inoltre in azienda curiosità, nuovi impulsi e stimoli, e sono dunque sinonimo di valore aggiunto già durante il loro percorso di tirocinio.
Per voi che vi apprestate a ricevere l’attestato invece è il futuro che si apre. In questa serata di festa, non posso pensare a un messaggio migliore da rivolgervi: sappiate che il futuro di questo Cantone, di questo Paese, vi appartiene. So che tra voi ci sono anche dei ragazzi con un trascorso migratorio che seguono il programma di integrazione professionale: sappiate che pure gli antenati di questa regione, più di 100 anni fa, avevano intrapreso il percorso inverso al vostro, e avevano lasciato questa terra per ragioni economiche, trovare lavoro e nuove speranze altrove. Sono diventati spazzacamini, venditori di caldarroste, cercatori d’oro, cioccolatai, agricoltori, operai… ma anche architetti famosi.
Se le vostre famiglie non hanno molti soldi, voglio ricordarvi che in questo Cantone tante persone, compresi i miei genitori – hanno cominciato con molto poco. Ma con una buona formazione, una solida educazione e soprattutto il duro lavoro potete soltanto guardare con ottimismo al vostro futuro e dare una risposta con la vostra esperienza a chi semina il timore che presto o tardi saremo tutti disoccupati a causa dei frontalieri.
E se provenite da altre tradizioni o etnie, sappiate che anche la diversità nelle origini e nella religione è una parte importante della tradizione elvetica. Avete diritto ad essere esattamente chi siete.
Ma voglio essere chiaro. Questo diritto non vi è stato regalato. Deve essere guadagnato ogni singolo giorno. Il diritto a un lavoro non è scontato. Da ora, nel vostro nuovo impiego, dovete prepararvi a far valere le vostre competenze: dovete essere informati, preparati e impegnati come cittadini a dare il vostro contributo. Significa ricevere la migliore istruzione, abbracciare la migliore formazione possibile, ma anche impegnarvi nell’opportunità lavorativa che avete o avrete, in modo da diventare una risorsa importante per l’azienda, supportare la vostra famiglia, essere una forza positiva per la nostra comunità.
Quando incontrate degli ostacoli – e ve lo garantisco, li incontrerete – e pensate di mollare tutto, voglio che ricordiate ciò su cui io e la mia ditta investiamo: il potere della formazione e della riqualifica professionale. Siate dunque concentrati, determinati e ambiziosi. Rendetevi forti con una buona formazione, esprimetela e usatela per costruire il vostro futuro e quello di questo Cantone.
Sappiate che vi faccio il tifo e lavorerò sia come imprenditore sia come politico per sostenervi e per sostenere la formazione professionale e l’occupazione nel nostro Paese.
Vi auguro per concludere, buon tutto e un pizzico di fortuna nella vostra nuova carriera professionale.
Fabio Regazzi,
Consigliere nazionale, presidente AITI
22 agosto 2019
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