Ambiente ed economia: un circolo virtuoso

Il primo condizionatore d’aria che ho visto lo installarono i miei genitori nella nostra casa di famiglia a Gordola. Erano i primi anni Settanta. Lo ricordo un oggetto ingombrante, rumoroso e riservato a pochi. Da neolaureato, negli anni ’90, per la prima volta negli USA per un viaggio di studio, mi colpì subito la diffusione dei condizionatori. Lì praticamente tutte le case della classe media e gli uffici ne erano dotati. Trent’anni dopo, con il riscaldamento climatico e le estati divenute torride, siamo passati dal condizionatore al climatizzatore diffusi pressoché ovunque. Bastano piccoli aneddoti come questi per capire come il nostro modello di consumo è cambiato. Molte conseguenze concrete non sono per domani, ma bisogna affrontarle oggi.

Azioni efficaci richiedono un duplice cambio di prospettiva: anzitutto non vanno considerate come un argomento di nicchia, ma riorientare alla sostenibilità tutti gli ambiti di vita, dalla nostra vita privata, sino alla politica. Occorre un’alleanza tra settore pubblico e privato: il primo dispone delle necessarie risorse, il secondo ha la visione per proporre delle iniziative. Per chi investe le aspettative sul futuro sono fondamentali. Nel concreto occorrono leggi, incentivi, garanzie pubbliche che mitighino il rischio. In tal modo anche l’economia privata investe e si attiva un circolo virtuoso trasversale. Ecco perché gli impegni presi anche dalla Svizzera con l’Accordo di Parigi sul clima del 2015 sono importanti. La Svizzera ha già da tempo iniziato questo percorso inserendo in ogni riforma legislativa e finanziaria delle valutazioni di sostenibilità.  Tra il 1990 e il 2017 le emissioni di gas serra in Svizzera sono così diminuite del 12 per cento. L’obiettivo di ridurle del 20 per cento entro il 2020 potrebbe non essere raggiunto. Inoltre, la Svizzera non genera emissioni solo all’interno del suo territorio, ma anche e soprattutto all’estero, con l’importazione di merci. A livello politico è quindi in corso nel nostro Paese, ma non solo, il grande dibattito sulle emissioni di CO2 dove si scontrano visioni contrapposte, apparentemente inconciliabili. Sono convinto che la Svizzera debba dare il buon esempio, adottando soluzioni incisive dal profilo ambientale ma che siano nel contempo sopportabili per i cittadini e l’economia, nella consapevolezza che da soli non potremo comunque salvare il pianeta.

Pubblicato in TicinoManagement, agosto-settembre 2019

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