Tutte le strade (per il Ticino) portano alla Berna federale

La politica federale è senza dubbio appassionante. Trovare la quadratura del cerchio su questioni di varia natura assieme ad Appenzellesi, Bernesi, Giuriassiani o Ginevrini è un esercizio complesso ma nel contempo intrigante. Il confronto diventa tanto più acceso quando l’oggetto del contendere riguarda la politica dei trasporti e dunque opere da centinaia di milioni franchi se non miliardi, che generano regionalmente ricadute importanti in termini di impieghi, mobilità e nuove opportunità.

Non sorprende quindi che la politica dei trasporti divida gli animi più di altri temi. Quando si tratta di mobilità, ognuno ha una sua opinione precisa su chi va chiamato alla cassa, chi beneficia, chi ne approfitta. La politica dei trasporti, in uno stato federale, composto da un parlamento con rappresentanti di 26 entità diverse, è tipicamente una competizione tra cantoni e tra regioni per convincere che le infrastrutture realizzate sul proprio territorio sono indispensabili e prioritarie rispetto ad altri progetti (in tedesco si parla di “Verteilungskampf”).

In un mio precedente contributo apparso su questo giornale mi ero occupato di infrastrutture ferroviarie. Ma anche a livello di quelle stradali negli ultimi anni il Ticino è riuscito a portare a casa risultati significativi. Unita, coordinata e con i migliori argomenti, la Deputazione ticinese ha sventato negli scorsi anni la minaccia di una lunga chiusura della Galleria autostradale del San Gottardo e la cementificazione di Airolo e Biasca con infrastrutture provvisorie di un’ampiezza di svariati campi di calcio; lo ha fatto convincendo dapprima il Consiglio federale, poi il Parlamento e in ultima analisi il popolo che una seconda canna avrebbe generato molteplici vantaggi, tra cui un aumento della sicurezza. Nel medesimo contesto si inserisce anche il nuovo centro di controllo dei mezzi pesanti di Bodio, importante per l’economia della Leventina con il suo investimento di 250 milioni di franchi. Oltre a maggior sicurezza sull’asse stradale, il nuovo centro garantirà non pochi impieghi in una regione costretta da sempre a lottare per disporre delle risorse necessarie.

Sul piatto però restano altri filetti che il nostro Cantone non deve lasciarsi sfuggire. Attualmente è in fase di progettazione la terza corsia autostradale tra Lugano e Mendrisio, un tassello fondamentale per risolvere gli ormai quotidiani ingorghi nella zona più popolata del Ticino e che al contempo permette di mettere una pezza anche da un punto di vista dell’impatto visivo che nel anni ‘60 – al momento della costruzione delle prime due corsie – non pare essere propriamente stata una priorità. Nei prossimi anni si gioca anche partita relativa al collegamento A2-A13, progetto irrinunciabile per il Locarnese se vuole restare competitivo in termini di attrattività turistica ed economica e che al contempo prevede una serie di compensi ecologico-ambientali in una regione, quella del Piano di Magadino, particolarmente sensibile.

Le tempistiche della realizzazione di queste opere primordiali per il Ticino dipenderanno dall’abilità degli attori del nostro cantone, dalla capacità di allacciare i contatti più opportuni e creare le alleanze più promettenti, dalla complicità e dalla coordinazione nel creare il consenso e argomentare costruttivamente e con fatti inequivocabili in contesti che vedono altri cantoni rivendicare opere e infrastrutture della medesima natura. Queste importanti decisioni vengono prese a Berna ed è per questo che è fondamentale essere presenti nei gremii che contano per far sentire le voce del Ticino. E uno di questi è la Commissione dei trasporti di cui faccio parte da 8 anni e dove mi piacerebbe poter continuare a lavorare nella prossima legislatura se ne avrò ancora la possibilità. Nella politica dei trasporti si determinano oggi le sorti delle prossime generazioni. La responsabilità è grande, la posta in palio alta e io sono pronto e motivato a continuare a lottare per il nostro Cantone.

Fabio Regazzi, Consigliere nazionale PPD, membro della Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni

 

In: Corriere del Ticino,

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