L’anno che verrà visto da Fabio Regazzi, consigliere ticinese agli Stati e presidente dell’Unione Arti e Mestieri «Più chiarezza con l’Italia sul tema dell’immigrazione. E una marcia in più per completare le infrastrutture»
MARCO PALUMBO
Il franco forte, che ha reso di mese in mese sempre più robusti gli stipendi dei nostri frontalieri indebolendo però l’export svizzero (e ticinese) da un lato e il nuovo accordo fiscale tra Svizzera e Italia al giro di boa dell’anno e mezzo dall’altro, con alcune declinazioni poco gradite su entrambi i lati del confine come la “tassa sulla salute” decisa in autonomia dall’Italia per i “vecchi” frontalieri. La lunga chiacchierata – che chiude un anno importante nelle dinamiche transfrontaliere come il 2024 e apre dodici mesi pieni di speranze, ma anche di incognite – con Fabio Regazzi, consigliere ticinese agli Stati (l’omologo di un nostro senatore, ndr.) nonché presidente dell’influente Usam, l’Unione Svizzera Arti e Mestieri, prende le mosse da qui.