Care amiche e cari amici,
ebbene sì, tocca a me, alla vecchia guardia, chiudere questa carrellata di interventi. Un onore, ma indubbiamente anche un onere – difficile, infatti, cercare di fare meglio dopo i discorsi dei miei validi colleghi di lista: tutti hanno dato prova di forza, impegno e determinazione mettendosi a disposizione del Partito per il nostro Cantone. Prima di iniziare vorrei dunque ringraziare, in rigoroso ordine alfabetico, Giorgio, Giovanni, Giuseppe, Lorenzo, Margot, Michele, Sabrina e vi chiedo di fare un applauso a tutta la squadra del Centro, della quale sono orgoglioso di fare parte!
Un ringraziamento lo voglio esprimere anche alla dirigenza del nostro Partito e all’amico Fiorenzo in particolare. Fare il presidente di un partito è un ruolo ingrato, forse anche più difficile che gestire la Federazione dei cacciatori ticinesi (e so di cosa parlo). La sua perseveranza, che a volte sfocia nella testardaggine tipica dei vallerani (ma in questo siamo abbastanza simili), gli ha dato ragione. Se alle ultime elezioni cantonali, oltre a confermare brillantemente l’amico Raffaele, il nostro è stato l’unico fra i partiti storici a mantenere le posizioni in GC, questo lo si deve soprattutto a Fiorenzo e ai suoi più stretti collaboratori. Vi chiedo quindi un secondo applauso per il nostro Presidente in segno di ringraziamento per l’ottimo lavoro svolto ma soprattutto quale segnale di incoraggiamento in vista della difficile sfida elettorale per le imminenti elezioni federali.
Poco fa mi riferivo a me stesso come “alla vecchia guardia”. Qualcuno potrebbe insinuare che anche il buon Regazzi, passati oramai i 60 anni e dopo 3 legislature di politica federale, abbia fatto il suo tempo. Può darsi, ma io vi suggerisco un’altra chiave di lettura perché sono semmai proprio questi 12 anni di solida esperienza maturata a Berna a spingermi a ripresentarmi come vostro candidato, non solo al Consiglio Nazionale, ma – dopo una attenta riflessione – anche al Consiglio degli Stati.
La ragione della mia candidatura si lascia condensare nel seguente concetto: il Ticino, a Berna, deve tornare ad essere vincente ma per farlo abbiamo bisogno di rappresentanti che sappiano innanzitutto convincere!
Lasciatemi spiegare cosa intendo in 3 punti:
- Primo: un Ticino vincente passa dalla costruzione di alleanze.
Nell’ultima legislatura, in ben il 58% delle votazioni i nostri attuali rappresentanti agli Stati hanno votato in maniera opposta – di fatto annullandosi a vicenda con conseguente indebolimento del peso politico del Ticino alla Camera alta. E non è di certo un caso che i due esponenti che rappresentano il nostro Cantone agli Stati fanno parte di due partiti che si trovano agli estremi dell’arco parlamentare.
Care amiche e cari amici, dovrebbe essere chiaro a tutti così non si fanno gli interessi del nostro Cantone per cui dobbiamo adoperarci per cambiare le cose. Al Consiglio degli Stati abbiamo bisogno di rappresentanti che sappiano dialogare con tutti, tessere alleanze e costruire ponti. In caso contrario, si prospetta un’altra legislatura in cui ideologie e personalismi metteranno nuovamente il Ticino in una posizione di debolezza.
Dobbiamo e possiamo invertire questa tendenza! Il nostro Partito nella storia ha dimostrato di essere una forza trainante alla Camera dei Cantoni. Questo nostro ruolo si è ulteriormente rafforzato con il cambiamento di nome in “Alleanza del Centro”, sinonimo di un Partito che non vuole divisioni e polarizzazione, ma che cerca di lavorare assieme alle forze politiche responsabili per il bene comune. Senza voler peccare di presunzione, credo di poter affermare che nei miei anni a Berna sono riuscito ad incarnare questo spirito, tant’è che la NZZ mi ha inserito al settimo rango su 200 Consiglieri nazionali quale “Brückenbauer”, cioè costruttore di ponti. L’amico Filippo Lombardi aveva dimostrato quali fossero le caratteristiche di un Consigliere agli Stati che lavora per gli interessi del nostro Cantone; purtroppo, per una manciata di voti, il popolo ticinese gli ha negato la possibilità di continuare a farlo, ma ora è venuto il momento di andare a riprenderci questo seggio: non nutro sentimenti di vendetta, che per altro non mi appartengono, ma vi assicuro che sono animato da un fortissimo spirito di rivincita perché quella sconfitta brucia ancora e io non sono riuscito a digerirla.
- Secondo: un Ticino vincente non si lascia sopraffare dalla polarizzazione.
A luglio di quest’anno sono stati presentati i sondaggi sulle intenzioni di voto per le elezioni federali. Dal quadro generale emerge che il partito del Centro rimarrebbe sì stabile rispetto al 2019, ma che nello spettro cosiddetto borghese potrebbe verificarsi un cambiamento storico: se come Centro riusciremo a mobilitare anche la base di elettori del partito borghese democratico, potremmo addirittura superare il PLR. D’accordo, si tratta solo di previsioni. Ma il messaggio di fondo è che il nostro modo moderato ed equilibrato di fare politica sta probabilmente iniziando a dare i suoi frutti, e la popolazione sembra pronta a riconoscerlo. Le grandi sfide con cui si deve confrontare la nostra società – l’evoluzione demografica, i costi della salute, la previdenza sociale, i cambiamenti climatici, l’immigrazione, solo per citarne alcune – potranno essere affrontate e vinte soltanto con soluzioni ragionate e pragmatiche. Non so voi, ma io ne ho abbastanza dei teatrini inscenati a sinistra e a destra, da partiti che per altro sono presenti in Governo con due rappresentanti a testa, che prediligono la politica urlata e inconcludente, alla ricerca delle soluzioni. In questi giorni è stata pubblicata una statistica che dice più di molte parole: nella legislatura che si sta per chiudere, il Centro è il Partito che ha vinto il maggior numero di votazioni, con ben l’86.8% mentre ad es. il PS ne ha vinte solo il 64.4% e peggio ancora ha fatto l’UDC con un misero 54.2%. Cosa stanno allora ad indicare questi dati? Che mentre i Partiti agli estremi fanno a gara a chi la spara più grossa, cosa che ovviamente da loro una innegabile visibilità mediatica, al centro si trovano le soluzioni e quindi si ottengono i risultati, che è poi ciò che dovrebbe interessare maggiormente ai cittadini. Se vogliamo dunque promuovere una politica seria e responsabile volta a trovare soluzioni equilibrate e ragionevoli è fondamentale non solo confermare ma possibilmente rafforzare la rappresentanza del Centro a Palazzo federale. Ecco perché per il nostro Partito cantonale sarà di vitale importanza mantenere anche il secondo seggio al Consiglio nazionale per continuare a portare avanti il lavoro fatto in questi anni dal collega Romano e da chi vi parla!
Ed è anche per questo che ho deciso di mettermi a disposizione per il Consiglio nazionale, con l’obiettivo di trainare la nostra squadra e di dare maggiore visibilità alla campagna del partito.
- Terzo: un Ticino vincente ha bisogno di rappresentanti preparati e di comprovata esperienza
Prima di essere un politico, sono innanzitutto un imprenditore. E come imprenditore so bene che i fatti valgono più delle parole.
In questi 12 anni a Berna, ho avuto la possibilità di creare una importante rete di conoscenze sia a livello parlamentare che – e questo è un aspetto che viene spesso sottovalutato – nell’amministrazione federale. Ho anche avuto modo di confrontarmi con dossier complessi e allo stesso tempo fondamentali per il nostro Paese. Non da ultimo, da tre anni sono alla testa dell’usam, la più grande associazione mantello dell’economia svizzera, che rappresenta oltre 500’000 PMI.
Credo dunque di poter affermare che queste esperienze che ho maturato facciano di me un candidato che dispone tutte le carte in regola per poter ambire ad un seggio al Consiglio degli Stati. Affronto questa sfida da un lato con rispetto e dall’altro con grande determinazione, consapevole di essere sì un outsider ma con delle chances reali di centrare l’obiettivo. E a questo proposito, ribadisco – a scanso di equivoci – quanto ho già detto in più occasioni: io non attacco il seggio di qualcuno. Molto più semplicemente io lotterò per ottenere un seggio al Consiglio degli Stati, che è ben diverso.
Care amiche e cari amici, io ci credo e allora vi dico che se tutti assieme ci crediamo ce la possiamo fare.
Ma ora mi avvio alla conclusione perché, come disse la famosa soprano americana Dorothy Sarnoff: “Assicurati di aver finito di parlare prima che il tuo pubblico abbia finito di ascoltare.” Ecco, io oggi ho finito di parlare. Spero però che voi non abbiate finito di ascoltare ma soprattutto che il prossimo 22 ottobre il popolo ticinese ci riconosca il lavoro, l’impegno e i risultati ottenuti in questi anni.
Grazie a tutti per l’attenzione, ma soprattutto per il vostro sostegno sul quale so di poter contare.
Viva il Centro e viva il Ticino