Corriere del Ticino

Fabio Regazzi (USAM), Andrea Gehri (CC-Ti) e Oliviero Pesenti (AITI) riuniti a Giubiasco in conferenza stampa hanno lanciato un’iniziativa di solidarietà delle imprese ticinesi per le regioni colpite dal maltempo: «Ogni franco conta» – A breve un atto parlamentare a Berna per un fondo nazionale

Vallemaggia Mesolcina. A pochi chilometri l’una dall’altra, le due valli hanno condiviso, nel giro di una settimana, un tragico destino. Maltempo, esondazioni, frane si sono abbattute sulle due regioni, portando morte e distruzione. Oggi, a Giubiasco, l’economia ticinese – rappresentata dal consigliere agli Stati e presidente dell’Unione svizzera Arti e mestieri (USAM) Fabio Regazzi, dal presidente della Camera di commercio (CC-Ti) Andrea Gehri, dal presidente Associazione industrie ticinesi (AITI) Oliviero Pesenti – si è unita in conferenza stampa per segnare l’inizio di una mobilitazione a sostegno dei due territori.

Verso un atto parlamentare

«Abbiamo tutti ancora davanti agli occhi le scene drammatiche a cui abbiamo assistito in Mesolcina, Vallemaggia e parzialmente in Valle di Muggio, fortunatamente con conseguenze meno gravi», ha cominciato Regazzi. «Scene che hanno lasciato sofferenza ma anche ingentissimi danni materiali». Se è vero che questi fenomeni sono sempre accaduti, ha sottolineato il consigliere agli Stati, «la tendenza è una maggiore frequenza rispetto al passato e ad essere colpite sono spesso le zone periferiche, già strutturalmente più deboli dal punto di vista economico».

Regazzi ha quindi aperto una parentesi politica. «È mia intenzione presentare un atto parlamentare con il quale chiederò al Consiglio federale l’istituzione di un fondo nazionale a sostegno delle comunità colpite da catastrofi naturali nel nostro Paese. Vent’anni or sono era già stato proposto un postulato per un fondo simile, ma non era stato approvato». Vista l’evoluzione di questi anni, ha evidenziato Regazzi, gli argomenti che hanno portato a un rifiuto «vanno rivisti». «Lo Stato centrale non può più chiedere gli occhi, la Confederazione dovrà fare qualcosa perché non si può pretendere che, da sole, le comunità colpite possano rialzarsi dopo tragedie del genere. E non si può pensare che i Cantoni ricostruiscano completamente a loro spese le infrastrutture distrutte. Catastrofi simili si sono verificate anche nel resto dell’Europa e negli Stati Uniti, «e in casi simili lo Stato centrale è sempre intervenuto. È importante sia riconosciuto questo principio».

L’iniziativa

«L’economia locale», ha proseguito Regazzi, «ha un ruolo cruciale nel garantire il benessere del nostro cantone, dalle piccole e medie imprese alle grandi industrie». Dopo i disastri avvenuti in Mesolcina e Vallemaggia, ha spiegato il presidente dell’USAM, «c’è stata un’ondata di solidarietà lodevole. Ora anche l’economia è chiamata a fare la sua parte. In pochi giorni abbiamo messo insieme un concetto che mira a coinvolgere aziende e associazioni di categoria in una raccolta fondi a sostegno di queste regioni colpite». L’idea è «dare un messaggio chiaro di sostegno alle comunità colpite. La crescita non può prescindere dalla solidarietà e dal supporto reciproco. Vogliamo dare un segnale: l’economia è presente».

«Piccole e medie aziende sono la spina dorsale dell’economia, conoscono le comunità, e questa vicinanza e attaccamento al territorio le rendono un elemento chiave della nostra azione. Sono convinto che insieme possiamo dare il nostro contributo per aiutare le comunità colpite a sollevarsi e guardare al futuro nonostante il momento durissimo che stanno vivendo».

«Ogni franco è importante»

Dopo aver espresso la propria vicinanza e solidarietà alle regioni devastate dal maltempo, Andrea Gehri ha proseguito: «Sentiamo fortemente il dovere di attivarci per poter aiutare, sostenere e individuare quali misure economiche mettere in atto per dare sollievo alle regioni colpite. Oltre alla dolorosa perdita di vite umane, ci sono anche piccole realtà economiche che nel giro di una notte hanno perso tutto o quasi, e che oggi si ritrovano a dover ricostruire da zero».

Il dopo, ha spiegato Gehri «deve rappresentare un nuovo inizio. E noi dell’economia cantonale dobbiamo renderci utili. Le valli sono già confrontate con lo spopolamento», ma esse rappresentano qualcosa di «di irrinunciabile, fondamentale» non solo come motore di crescita ma anche come veri e propri «parchi naturali. Per questo alle associazioni di categoria e alle aziende affiliate vogliamo lanciare questo messaggio, affinché aiutino a risollevare le sorti delle valli colpite».

«Ogni franco è importante», ha spiegato Gehri, «ma il supporto non deve essere solo di natura economica, può essere attestato anche attraverso, ad esempio, la messa a disposizione di competenze o macchinari a chi ha la volontà di ricostruire quanto perso in poco tempo».

Avere, ma anche dare

«Nelle difficoltà dobbiamo essere uniti, e anche l’economia vuole dimostrare di saperlo fare in questo momento fondamentale», ha da parte sua affermato Pesenti. «Quando l’economia si unisce e mobilita, ottiene sempre grossi risultati. Oggi è il caso». Pesenti ha evidenziato il ruolo cruciale dell’economia per il tessuto sociale: «È presente in ogni aspetto, tutti i giorni della nostra vita: è il cuore pulsante del territorio. Ha l’obbligo di creare benessere e quando non ce la fa da sola capita chieda aiuto allo Stato: succede anche questo, fa parte del gioco. Ma oggi, in questo caso, deve dare». 

Per questo, ha spiegato Pesenti, le tre associazioni presenti all’incontro «faranno in modo di mobilitare tutti gli associati chiedendo di dare la propria solidarietà ai territori colpiti, alle imprese e alle famiglie coinvolte: «Abbiamo creato un conto apposito per garantire trasparenza, controllo e tracciabilità».

Al momento non è stato fissato un obiettivo: «Quanto andremo a raccogliere? Non lo sappiamo, ma come detto prima, ogni franco conta».

Dati in arrivo

Gli estremi per il pagamento e maggiori dettagli verranno comunicati in maniera mirata ai soci delle tre associazioni tramite una comunicazione congiunta. Ma l’appello è aperto a ogni impresa, ha concluso Regazzi: «Vogliamo diffondere un messaggio capillare che raggiunga anche chi non è associato. Tutti possono contribuire».