È uno dei temi che più preoccupano i cittadini del nostro Paese: l’approvvigionamento energetico.
C’è il rischio black out di cui si è parlato molto un anno fa ma soprattutto ci sono i costi con cui fare i conti. Per l’elettricità la bolletta di questo e dell’anno prossimo farà registrare un aumento medio di 500 franchi per una famiglia di quattro persone.
Quali le ragioni? Tutto è da ricondurre alla guerra di Putin contro l’Ucraina e alla necessità per le democrazie occidentali di rendersi indipendenti dal gas e dal petrolio russo?
Oppure, oltre a questo, ci sono anche altre cause, legate alle dinamiche del mercato elettrico svizzero e all’esigenza di andare di corsa nella transizione verso le fonti rinnovabili?
Proprio nel giugno scorso il popolo ha deciso che entro il 2050 la Svizzera dovrà raggiungere la neutralità climatica, le emissioni nette di CO2 dovranno essere pari a zero.
Si tratta di un obiettivo prioritario su scala nazionale, ma cosa si vorrà sacrificare per poterlo raggiungere?
Da più parti, si invoca un ritorno allle centrali nucleari, nella loro versione più aggiornata. Intanto, proprio ieri dal Vallese, è giunta una prima decisione popolare: le procedure per la costruzione di grandi impianti fotovoltaici in alta quota non potranno essere snellite. Una vittoria per chi difende il paesaggio e la sua conservazione.
E proprio da questo voto vallesano, che ha anche una valenza nazionale, inizierà il nostro secondo dibattito in vista delle elezioni federali del prossimo 22 ottobre.
Questi gli ospiti:
Maurizio Barro, candidato dei Verdi e Forum alternativo;
Tamara Merlo, candidata per Più Donne;
Roberto Pellegrini, candidato dell’Unione democratica federale, lista UDC;
Fabio Regazzi, candidato del Centro.
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