Con l’Italia abbiamo molti fronti aperti: l’accesso al mercato finanziario da parte delle nostre banche, la navigazione sul Lago Verbano, il completamento di Alp-Transit e naturalmente il tema dei frontalieri.

Non è un mistero che i tempi italiani siano lenti, ma da parte nostra serve un cambio di strategia quando negoziamo. Invece di trattare sui singoli dossier, bisognerebbe adottare un approccio globale e trasversale che ci consentirebbe di ottenere maggiori concessioni ed eviterebbe tempi di attesa superflui con conseguenti danni per gli operatori finanziari svizzeri.

È dunque anche per rapporti con l’Italia di parità che intendo continuare a battermi nei prossimi anni.