In quanto amante della montagna, della caccia e delle uscite in pelli di foca, so bene quanto il territorio alpino non perdoni e di come sia difficile modellare ed adattarsi ad un paesaggio spesso poco accogliente.

Quando vedo la visione simil-ambientalista che si sta facendo strada, quindi, mi preoccupo molto. Primo tra tutti, la gestione degli animali selvatici. Da buon cacciatore, conosco e rispetto gli equilibri della natura: non si prende nulla più di quanto è concesso. La caccia responsabile è una forma di conservazione, in cui si preserva il delicato equilibrio tra fauna ed ecosistema.

Chi vorrebbe un ritorno al naturale in forme estreme, non si rende conto delle conseguenze dirette su chi di queste regioni ne ha fatto la propria casa, proteggendole e rispettandole nei secoli.

Lasciare quindi che gli animali selvatici, in primis i grandi predatori come lupi ed orsi, possano proliferare in modo incontrollato, condanna di fatto al ritiro progressivo di chi in questi territori vive e lavora.