Chi ha vissuto l’esperienza di studiare oltralpe ha avuto occasione di confrontarsi con un fenomeno quasi surreale per chi vive quotidianamente la litigiosità del nostro Cantone.

Gli studenti ticinesi si comportano sistematicamente da fronte unito e invidiato. Sarà per le memorabili feste o per il fatto di ritrovarci più lontani da casa rispetto agli altri, ma al di fuori dei nostri (talvolta) stretti confini cantonali riusciamo incredibilmente a far gruppo.

E così, non raramente, i ticinesi sono i primi a disporre degli appunti di colleghi di anni prima, ad aver accesso ad appartamenti ideali o a vantaggi che semplificano la vita tra esami e divertimento.

Siamo ticinesi. Ovvio che ci aiutiamo. È tempo di farlo maggiormente anche in politica.

Certo, la Deputazione alle Camere federali, che ho avuto il piacere di presiedere quest’anno, già lavora in maniera coesa su diversi temi e, alla pari delle associazioni studentesche, ci viene invidiata da molti per il suo modo efficiente di agire.

Ma il «sistema Ticino» a Berna, per poter essere davvero vincente a livello federale, necessita di un approccio costruttivo e convincente a tutti i livelli, a partire da quelle che sono le nostre posizioni come Cantone.

Nella percezione dei colleghi d’oltralpe, la nostra realtà conta più di quanto pensiamo noi. Siamo ritenuti – a torto o a ragione – un potenziale partner per accordi e alleanze.

Queste sono però da elaborare nei loro contenuti, spesso lontano dai riflettori mediatici da cui ci facciamo continuamente drogare. Non è il numero di mozioni e interpellanze a garantirci successo, quello permette al massimo un po’ di visibilità nel nostro Ticino sovramediatizzato.

La nuova legislatura propone nuovamente varie sfide che avranno un impatto importante per il Ticino. Dopo le «vittorie» in materia di ristrutturazione dei rustici, degli aiuti alle aziende durante la pandemia o la galleria per il completamento del San Gottardo, per citarne alcune, si presentano tematiche come quella energetica, le annose relazioni con l’Italia, la messa a disposizione di strumenti per la piazza finanziaria, o il mantenimento delle regie federali nella loro presenza attuale. Dobbiamo fare squadra, in Consiglio nazionale come agli Stati.

Sotto questo aspetto non è per nulla d’aiuto se, come successo negli ultimi 4 anni, i due rappresentanti alla camera alta si esprimono in modo opposto quasi 3 volte su 5.

Abbiamo bisogno di soluzioni in molti campi. Ai tempi, da studenti con il chiaro obiettivo di superare gli esami, con un po’ di brillantezza e anche furbizia, ci siamo sempre arrivati. Superando gli steccati partitici e concentrandoci sulle soluzioni, nella nuova legislatura potremmo forse superare qualche esame in più a beneficio del Canton Ticino.