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Il nuovo consigliere agli Stati: «Mi ha favorito l’esperienza, così come è stato riconosciuto e apprezzato il mio posizionamento chiaro su molti temi» – Il sindacalista OCST: «Sono fiducioso che sui dossier importanti riusciremo a trovare una sintesi nell’interesse di tutti»

«È andata molto meglio del previsto». È decisamente soddisfatto Fabio Regazzi, eletto con 31.962 voti al ballottaggio per gli Stati dietro a Marco Chiesa. «Dire che è stato facile mi sembra eccessivo, ma è stata effettivamente un po’ meno sofferta – confessa al CdT –. Mi aspettavo un testa a testa con Farinelli (29.556 voti, ndr.), in realtà con il passare dei minuti ho aumentato il divario e per me è motivo di grande soddisfazione. Vuol dire che abbiamo lavorato bene e che questo lavoro ci è stato riconosciuto».

Un risultato «straordinario» che per l’esponente del Centro ha premiato l’esperienza: «Alla Camera alta è giusto mandare persone che abbiano una certa esperienza politica. Le competenze non bastano, bisogna anche conoscere i meccanismi della politica. Credo che questo mi abbia favorito. Così come è stato riconosciuto e apprezzato il mio posizionamento chiaro su molti temi». 

L’elezione di Fabio Regazzi, con quella di Marianne Binder-Keller, rafforza la posizione del Centro al Consiglio degli Stati. Si conferma infatti primo partito alla luce dei ballottaggi. Nella prossima legislatura disporrà di 15 delle 46 poltrone. «Si tratta di è una forza importante. Abbiamo aumentato significativamente la nostra presenza, per un partito che alla Camera alta storicamente ha sempre giocato un ruolo fondamentale. Avere dietro un gruppo così solido e così numeroso mi aiuterà nel portare avanti una serie di tematiche con un sostegno consistente».

Una vittoria «collettiva»

Soddisfatto è anche, chiaramente, il presidente del Centro, che al termine dei risultati parla di «un gruppo di amici che aveva voglia di fare qualcosa di bello e di buono per il cantone»: «Oggi sono arrivati i risultati», commenta a caldo Fiorenzo Dadò. «Ora ci auguriamo che si possa continuare in questa direzione. Perché tutto questo è merito di un gruppo di persone in tutto il Ticino, delle sezioni, dei deputati in Gran Consiglio, dei deputati in Consiglio nazionale, di tutti quelli che si sono impegnati. Ognuno sa quello che ha fatto ed è giusto che oggi festeggiamo tutti insieme».

Cosa c’è nel futuro di Dadò? «Io avrei potuto candidarmi già a questa tornata, ma ho preferito guidare il partito perché ritengo che non si possano fare due cose insieme», ribadisce. «Abbiamo deciso di puntare su Fonio e Regazzi. Per il futuro vedremo, è prematuro per dirlo».

Oggi Giorgio Fonio festeggia

«Chi vuole mandarmi a Berna sa cosa deve fare». Così si era espresso il 22 ottobre Giorgio Fonio, quando aveva mancato per un pelo l’elezione al Consiglio nazionale. E così è stato. L’elezione di Fabio Regazzi significa anche l’elezione di Giorgio Fonio, che prenderà il suo posto al Consiglio nazionale. «Avere ottenuto oggi questo risultato, con fatica, è ancora più bello», ammette.

Per il sindacalista OCST, l’elettorato ha voluto sostenere anche la diversità dei due candidati del Centro: «In realtà, su alcuni punti io e Regazzi siamo molto d’accordo. Ad esempio sul tema del lavoro, Fabio è membro di alcune commissioni paritetiche e difende il partenariato sociale. È evidente che Giorgio Fonio non è Fabio Regazzi e Fabio Regazzi non è Giorgio Fonio. Ma sono fiducioso che sui dossier importanti per questo cantone riusciremo, come abbiamo sempre fatto, a trovare una sintesi nell’interesse di tutti. C’è stato uno spostamento a destra in generale, ma il popolo ticinese il 22 ottobre mi ha riconosciuto il terzo risultato in assoluto tra i candidati. E io non sono un candidato di destra, anzi sono il rappresentante dell’ala cristiano-sociale anche all’interno del partito». A Berna «sarà importante lavorare sui temi, sui dossier, e portare avanti quelle sensibilità che a me stanno a cuore in modo non ambiguo ma assolutamente chiaro, soprattutto a favore della fascia della popolazione che chiede una maggiore attenzione della politica».

Nel momento dei festeggiamenti, Fonio dedica la vittoria alla madre: «Quando ero giovane ed ero in istituto, è venuta a mancare in un momento di profondo disagio. Io credo che oggi, da dove ci guarda, è orgogliosa di tutto quello che è stato fatto».

Giorgio Fonio, con l’elezione al Consiglio nazionale, lascerà il posto in Gran Consiglio. Gli subenterà Giovanni Capoferri.