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L’Unione delle arti e mestieri si dice possibilista per un’apertura con Bruxelles per i colloqui Svizzera-UE
L’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM), che si era opposta strenuamente all’accordo quadro istituzionale con l’UE, poi abbandonato dal Consiglio federale, si dice ora disposta a maggiore apertura con Bruxelles. “In futuro daremo più importanza ai trattati con l’UE”, afferma il presidente dell’associazione che fa gli interessi delle piccole e medie imprese (PMI) e consigliere agli Stati Fabio Regazzi (Centro/TI).
I futuri accordi sono essenziali per molte PMI, sottolinea il senatore ticinese in un’intervista pubblicata dai domenicali dell’editore Tamedia. “Troppo spesso dimentichiamo che, oltre ai grandi gruppi, il 40% delle PMI opera per esportare”. Se lasciamo che i vecchi accordi con l’Unione Europea si indeboliscano invece di rinnovarli, sarà sempre più complicato esportare verso l’UE.
Regazzi è fiducioso che la sua organizzazione accetterà il pacchetto di accordi attualmente in fase di negoziazione con Bruxelles. “Siamo pronti a prendere in considerazione compromessi”, afferma, a condizione che la protezione dei salari sia garantita al 100%.
Per quanto riguarda gli altri aspetti a cui l’USAM si era precedentemente opposta, come il ruolo della Corte di giustizia dell’Unione europea nelle controversie tra Berna e Bruxelles, attualmente l’organizzazione padronale relativizza. “Non abbiamo più obiezioni di principio su questi punti”, afferma il presidente.
In marzo l’Unione ha dato un segnale a favore del mandato negoziale adottato dal Consiglio federale, accogliendone l’approccio. In precedenza, l’organizzazione si era vivamente opposta all’accordo quadro istituzionale con l’UE, che il Consiglio federale ha poi abbandonato nel 2021. Per l’associazione padronale, il testo prevedeva troppe concessioni.