Ticinonews

L’introduzione delle zone 30 va limitata. È quanto chiede una mozione approvata oggi, mercoledì, dalle due Camere e ora in mano al Consiglio federale. Ticinonews ne ha parlato con il consigliere agli Stati Fabio Regazzi e al membro di comitato ATA Caroline Camponovo Berardi.

Per l’introduzione delle zone 30 lungo le strade principali va posto un limite. È quanto chiede una mozione inoltrata dal consigliere nazionale lucernese Peter Schilliger e sostenuta dal consigliere agli Stati ticinese Fabio Regazzi. Una mozione approvata mercoledì mattina dalle Camere federali e ora nelle mani del Consiglio federale. Secondo Regazzi, questa mozione dovrebbe non solo contribuire a fare chiarezza, ma anche dare seguito a una volontà popolare espressa più volte nel corso degli anni: “Naturalmente capisco ed è giustificato che queste zone 30 vengano istituite nelle zone residenziali, dove è giusto limitare la velocità – dice Regazzi a Ticinonews -. Ma oramai sempre più sono applicate anche ad arterie di traffico di transito intenso e questo a nostro avviso non è più compatibile con quelle che sono le direttive che erano in vigore. Si tratta quindi di ripristinare delle regole più chiare da far applicare ai Cantoni e soprattutto ai Comuni per l’istituzione delle zone 30 in modo che non ci sia questa proliferazione indiscriminata e disordinata che sta creando caos in tutto il Paese”.

“IL TICINO NON È CONTAGIATO”

Per Regazzi il problema principale sta nel fatto che spesso e volentieri in Svizzera, si entra in una zona 30 senza averne quasi la consapevolezza, perché situata in una zona trafficata o comunque di transito: “Per il momento il Ticino sembra non essere stato contagiato da questa tendenza, ma prima che sia troppo tardi bisogna intervenire e correggere affinché in futuro ci siano delle direttive più rigorose alle quali i Comuni e i Cantoni devono attenersi”, afferma Regazzi. Un esempio significativo secondo il parlamentare è quello del lungolago di Lugano che “è una strada di transito, che in alcune parti della giornata a causa del traffico non è percorribile a più di 30km/h, ma in generale questa arteria non si trova in una zona residenziale e quindi a mio avviso il 50 km/h dovrebbe essere applicato”.

UNA QUESTIONE DI SICUREZZA E RUMORE

Una mozione voluta dunque da più parti, ma che trova comunque una minoranza di contrari. Fra questi l’Associazione traffico e ambiente (ATA), la quale sposa l’opinione di Albert Rösti (a sua volta contrario alla mozione), secondo cui le procedure per introdurre tali zone sono già lunghe e complesse, motivo per cui una mozione in tal senso è quindi inutile. “Prima di tutto siamo d’accordo di questa visione, perché è difficile introdurre le zone 30”, chiarisce a Ticinonews Caroline Camponovo Berardi, membro del comitato ATA. “I motivi sono principalmente due, il primo legato alla sicurezza: una collisione a 50km/h a sei volte di probabilità in più di causare un morto o un ferito grave. Poi c’è la questione del rumore: da 50 km/h a 30 km/h è come se dimezzassimo il traffico che transita su quella strada. Quindi è una riduzione importante.

“SE LA STRADA È STRETTA E NON ESISTE UN MARCIAPIEDE”

Camponovo ha poi spiegato a Ticinonews i criteri per l’introduzione di una zona 30. Nelle strade che non sono principali, è necessario fare una richiesta, dopodiché il Comune procede con la stesura dei piani. In questo caso, in generale, non è quindi necessaria una perizia perché il loro valore è stato dimostrato nel corso del tempo: “Sulle strade principali per pianificare e realizzare una zona 30 il Comune deve avere una delega dal Cantone, che di solito è favorevole a zone 30 o moderazione del traffico se la strada è stretta e se non esiste un marciapiede”, specifica Camponovo. “In Ticino io penso che siano due o tre le strade simili, una a Miglieglia e una a Contra”.

“UNA VOLONTÀ DELLA POPOLAZIONE”

Per l’ATA la volontà di zone 30 – contrariamente da quanto constatato dalle due Camere – arriva dal basso. Tuttavia, già nel 2001 una votazione in merito all’incremento di queste zone era stata bocciata da ben il 79,7% dei votanti. Da allora, il parere della popolazione è rimasto immutato. L’ultimo sondaggio condotto a marzo 2023 dall’istituto LINK aveva dimostrato che i due terzi degli abitanti delle dieci più grandi città svizzere erano contrari alla generalizzazione del limite dei 30 km/h nelle aree urbane. Camponovo non la pensa così: “Sono di solito delle decisioni spinte da una volontà della popolazione che abita in un Comune che si sente insicura, o che ha troppo rumore, come ad esempio Gandria o Castel San Pietro. Quando poi si realizzano ci si accorge che di fatto sono delle false paure da parte degli automobilisti perché in città non si va a più di 30 all’ora anche se il limite è 50, invece per i pedoni e per i ciclisti di quel quartiere è sicuramente una cosa positiva”. “Le zone 30 vanno viste – continua Camponovo – come un aumento della qualità di vita e bisogna insistere su questo, perché se vogliamo mantenere la gente in città dobbiamo darle la possibilità di trovarsi bene”.

MAL SEGNALATE

Fra i punti presenti nella mozione c’è il fatto – come già spiegato da Regazzi – che queste sono spesso e volentieri sono mal segnalate. “Quello sta nella pianificazione, perché solamente un cartello 30 è più difficile da vedere, e quindi bisogna mettere un arredo urbano che aumenti l’attenzione. Anche se non vedere un cartello è già di per sé difficile”, conclude Camponovo.